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A Calcata, dove nasce e si coltiva la creatività

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Mi sono chiesto più volte perché pittori, scultori, grafici, musicisti, attori ed anche architetti (fra questi Paolo Portoghesi) abbiano scelto di vivere a Calcata. Poi, lo scorso novembre, ho deciso di rispondermi da solo andando a vedere, raggiungendo Calcata col passo lento della mia bicicletta. Volevo rendermi conto, provare a capire.
Paolo Rodari

Paolo Rodari

Sono Paolo Rodari, scrittore e giornalista. Mi puoi scrivere inviando una mail a paolo@paolorodari.it

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La campagna di Calcata

Calcata è un paesino situato a circa quaranta chilometri da Roma, arroccato su una rupe vulcanica a strapiombo sulla Valle del Treja. Ha meno di mille abitanti, nella parte più antica forse addirittura soltanto un centinaio. Lo sperone di roccia sul quale sorge lo fa sembrare come sospeso nel vuoto, come fosse fuori dal tempo. Le sue origini risalgono al popolo falisco, coevo degli etruschi, che vide il massimo splendore tra il VII e VI secolo a.C. Abbandonato dalla maggior parte degli abitanti negli anni Trenta del Novecento, tornò ad essere popolato intorno agli anni Sessanta.

Arrivare a Calcata in bicicletta

Sono arrivato a Calcata dalla strada provinciale che passa per Magliano Romano, un percorso immerso nei campi e nel silenzio con sullo sfondo il monte Soratte che guarda e protegge.

Visita a Calcata

Per qualche chilometro, dopo Magliano Romano, non ho incrociato alcuna macchina, l’unico rumore era il vento che tirava leggero su campi da poco dissodati e resi pronti per la coltura appena l’inverno avrà fine.

Ogni volta mi stupisco di come in paesi come Calcata, a pochi chilometri da Roma, ci si possa trovare immersi in una bellissima campagna, diversa da quella lombarda nella quale sono nato.

Qui, la campagna, è a balze, a lievi colline le une diverse dalle altre, dietro ogni dosso si aprono nuovi scenari coi loro segreti.

Appena entrato in Calcata, la musica non è cambiata. A investirmi, oltre agli archi ricoperti di edera, le botteghe, gli studi degli artisti e gli scorci mozzafiato sulla valle sottostante, è stato il silenzio. È il silenzio il padrone di Calcata, anche perché, una volta dentro le sue mura, il telefono non funziona. Non c’è campo.

Percorso cicloturistico calcata in bicicletta da Sacrofano

Mi sono fermato su un terrazzino che dà a strapiombo sulla valle. Si sentivano i rami degli alberi più sotto muoversi sotto i delicati colpi del vento. E si sentiva anche il fiume, in lontananza. Sulle pietre scaldate dal sole diversi gatti dormivano come se io non esistessi. A poco a poco mi sono lasciato andare. Minuto dopo minuto ho capito che era inutile continuare a guardare il telefono, che potevo e dovevo abbandonarmi anche io alla pace.

Perché tanti artisti vengono a Calcata?, mi sono chiesto ancora. E la risposta è stata semplice e immediata. Perché per creare occorre allontanarsi dal frastuono della città, dalle occupazioni di tutti giorni, distaccarsi per ascoltarsi e lasciare fluire ciò che si ha dentro.

Lo disse meglio di me Pablo Picasso:

L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.

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